Fondazione Mariele Ventre

La musica

Papà Livio aveva studiato da ragazzo il violino e, un po', anche il pianoforte.

Appassionato di musica in generale e di lirica in particolare, quando Maria Antonietta e Mariele erano ancora piccolissime, di tanto in tanto tirava fuori il violino della custodia e teneva un concertino per loro, mentre mamma Maria sfaccendava in casa. Fu la precoce iniziazione alla musica per le due bambine, che in un primo tempo ne risultavano annoiate e si manifestavano riottose, ma finirono per appassionarsi alle esibizioni paterne e a maturare il gusto per la misteriosa e nobile arte dei suoni in tutte le sue espressioni.

Mariele ricordava di avere religiosamente ascoltato alla radio - sui quattro-cinque anni - tutta la serie dei famosi concerti Martini e Rossi di musica operistica.

Quando ebbero sei-sette anni il papà incluse le due bimbe nell'abbonamento per i concerti della Sala Bossi, presso il Conservatorio di Musica di Bologna, al centro delle città, vicino alle due torri.

La gente guardava con simpatica curiosità le due bimbette, attente e ferme nelle loro poltroncine, una macchia diversa, nella massa del pubblico di adulti.

Alla Sala Bossi bisognava andarci a piedi. Da Viale Oriani, per un adulto non meno di mezz'ora. Papà Livio accompagnava le due bimbe tenendole per mano. Nelle sere d'inverno le imbacuccava con berretti alla Cappuccetto Rosso, le foderava fino al naso con sciarponi di lana, le faceva camminare in fretta perché la distanza era quella che era, perché - al ritorno - il sonno incombeva, perché a muoversi veloci il freddo si sentiva meno.

 

estratto dal libro "Mariele" di Berardo Rossi
Edizioni San Paolo 1999 - Edizioni Fondazione Mariele Ventre 2003

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