Mariele decise di farsi portare a casa propria uno alla volta i bambini e, nella calma della sala del pianoforte, un po' alla volta, nota per nota, parola per parola la canzone diventava vestito e compagna del bambino. L'andirivieni fra l'Antoniano (Via Guinizelli) e la casa di Mariele (Viale Oriani) durò più o meno una settimana (come sarebbe avvenuto poi per tanti anni, con difficoltà molto maggiori quando cominciarono ad arrivare i bambini stranieri) il miracolo fu compiuto: i bambini sapevano la loro canzone ed erano pronti a presentarla sul palcoscenico nazionale della televisione.
Mariele fissò subito il "codice deontologico" per i bambini e i genitori dello Zecchino d'Oro.
Tutti entravano a far parte della grande famiglia dell'Antoniano; tutti uguali, lo stesso albergo, lo stesso trattamento, gli stessi vestiti, gli stessi regali.
Tutti amici, nessuna forma di divismo: sono in gara le canzoni, non i bambini.
Nessuna interferenza dei genitori, né di chicchessia, nelle esecuzioni, nelle votazioni... (...) La signora Ripandelli (regista del 3° Zecchino d'Oro, n.d.r.) provvide ad assicurare il collegamento Mariele-bambino, inventando l'abbinamento... topografico Mariele-telecamera.
Cioè, Mariele attaccata alla telecamera, con la testa vicina all'obiettivo, in modo che i bambini guardando lei fossero in favore della camere, in posizione frontale per i telespettatori.
Sarebbe stata per molti anni la posizione classica di Mariele allo Zecchino d'Oro.
Sicché le telecamere avevano due funzioni simultanee: quella di riprendere i bambini e quella di nascondere Mariele.
I telespettatori non la videro al primo Zecchino d'Oro se non per pochi secondi.
E' rimasta la registrazione sonora di quel momento, nel quale Mago Zurlì disse testualmente: "Voi avrete notato che i bambini cantando guardano sempre là, verso lo stesso punto.
Cosa guardano? Guardano - prego la regia di inquadrarla - quella signorina, ecco quella signorina che adesso voi vedete... E' lei che gli ha insegnato le canzoni e che adesso li guida e li dirige, come il M° Hengel Gualdi dirige l'orchestra.
Si chiama Mariele". Mariele salutò col suo sorriso: era entrata nelle case degli italiani (e anche in tante altre case del mondo: pensate che già in quella edizione lo Zecchino d'Oro veniva trasmesso in diretta, a reti unificate, nell'Unione Sovietica) come l'amica, la sorella, la mamma...
estratto dal libro "Mariele" di Berardo Rossi
Edizioni San Paolo 1999 - Edizioni Fondazione Mariele Ventre 2003